Gestire lo studio.
La copertura è da valutare in base alle caratteristiche dell’organizzazioneVerso il debutto l’assicurazione obbligatoria per gli errori dell’attività
di Paola Parigi
Conto alla rovescia per l’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile legata all’attività professionale degli avvocati.
Un tema di cui si discute da tempo, fin dalla direttiva Bolkenstein, approvata nel 2006 e adottata in Italia solo nel 2010.
All’epoca, l’introduzione dell’obbligo di assicurarsiperl’erroreprofessionale sembrava imminente, salvo poi sfumare,in attesa dell’approvazione della legge di riforma della professione, mai emanata.
A imporre le polizze per i legali (e per gli altri professionisti) sono statiinfineiprovvedimentiadottati d’urgenza dal Governo lo scorsoanno. In particolare, il decreto legge 138/2011, all’articolo 3, comma 5, lettera e), impone di prevedere, nelDprincaricato diriformarele professioni atteso entro il 13 agosto2012, l’obbligoperilprofessionista di stipulare un’assicurazione «peririschiderivantidall’esercizio dell’attività professionale» e di rendere noti gli estremi e il massimaledellapolizzaalcliente insedediconferimentodell’incarico. Inoltre, anche per le società di capitali per l’esercizio delle professioni–previstedall’articolo 10 della legge 183/2011 e inattesa del regolamento attuativo – è obbligatoria«lastipuladipolizza di assicurazione per la copertura dei rischi derivanti dalla responsabilità civile per i danni causati ai clienti dai singoli soci professionistinell’eserciziodell’attività professionale». Così,ancheinItaliagliavvocati dovranno dotarsi di una copertura assicurativa che tenga indenniiloroclientidaerroriprofessionali e negligenze. La copertura è già obbligatoria in 21 Paesi dell’Ue, mentre è ancora volontaria, oltre che nel nostro Paese, a Cipro, inGreciaeinLettonia.Leformule adottate in Europa sono diverse: per esempio,in Belgio vige anchelacoperturaperilcomportamento inadeguato (la assurance indelicatesse), mentre in Germania l’assenza o la decadenza dellapolizzacomportanoperl’avvocatolamancataiscrizioneall’alboolarevoca. I modelli assicurativi, nonostante l’armonizzazione della Bolkestein, sono in sostanza due: lepolizze”Lossesoccurring”,che coprono l’avvocato dal rischio perifatticommessiinvigenzadel contratto,equelle”Claimsmade” –prese amodelloanchein Italia– che tutelano il professionista per glierrorioggettodirichiestedirisarcimento durante il periodo di vigenza. L’assicurazione professionale ha il compito di tutelare sia il cliente, garantendogli un risarcimento, sia il professionista, manlevandolodalrischiodipagareglierroriinvolontari. Sulleclausole da inserire nelle polizze si confrontanoduescuoledipensiero, rappresentative delle esigenzedeidiversiprofessionisti: daun lato, i singoli e, dall’altro, gli studi associati che affiliano numerosi professionisticomecollaboratori parasubordinati. Per i primi, il rischiodierroreèmaggioreperfrequenzamaminorepergravità. Se infatti, lavorando da soli è probabile perdere il controllo di termini o scadenze, si dedica però più attenzioneallepratichealcresceredellorovaloreodellalorodelicatezza. Perigrandistudi,invece, lepratichesonotutte,tendenzialmente, di alto valore, ma le tante manichecontribuisconoallaloro lavorazionefannoaumentareirischi di errori, solo in parte bilanciatidaicontrollidiqualitàedalla proceduralizzazionedellavoro. Quindi,nell’individuareleclausole della polizza professionale “ideale”, la discussione si sposta suldifficileequilibriotracopertura e costi del premio, oscillanti in base alle eventuali franchigie e ai differenti massimali. I giovani o piccolistudi,chepuntanoalla coperturadailieviepotenzialmente frequenti errori, possonostipulare polizze con zero franchigia a fronte di un massimale ridotto; mentre ai grandi studi converrà l’esattoopposto,potendofarfrontearisarcimentidirettiperipiccoli importi ma volendo tutelarsi dal rischio di errore in pratiche di enormevalore. Lenormesull’assicurazioneobbligatoriapermettonodinegoziarelepolizzeanchealConsiglionazionaleforenseeallaCassadiprevidenza. È però probabile che, a frontedelleconvenzionichequestientistipuleranno, sifaràstrada unfilone di polizze su misura negoziate dai broker; sperando che nonsiarriviallepolizzesoprannominate “Never pay policy” degli Stati Uniti: la loro complessa negoziazione fa lievitare clausole e codicilli che le rendono scarsamenteeffettive.
Contoallarovesciaperl’assicurazione obbligatoria per la responsabilitàcivilelegataall’attivitàprofessionaledegliavvocati. Un tema di cui si discute da tempo,findalladirettivaBolkenstein, approvata nel 2006 e adottatainItaliasolonel2010. All’epoca, l’introduzione dell’obbligo di assicurarsiperl’erroreprofessionale sembrava imminente, salvo poisfumare,in attesa dell’approvazionedellaleggediriformadella professione, mai emanata. A imporre le polizze per i legali (e per gli altri professionisti) sono statiinfineiprovvedimentiadottati d’urgenza dal Governo lo scorsoanno. In particolare, il decreto legge 138/2011, all’articolo 3, comma 5, lettera e), impone di prevedere, nelDprincaricato diriformarele professioni atteso entro il 13 agosto2012, l’obbligoperilprofessionista di stipulare un’assicurazione «peririschiderivantidall’esercizio dell’attività professionale» e di rendere noti gli estremi e il massimaledellapolizzaalcliente insedediconferimentodell’incarico. Inoltre, anche per le società di capitali per l’esercizio delle professioni–previstedall’articolo 10 della legge 183/2011 e inattesa del regolamento attuativo – è obbligatoria«lastipuladipolizza di assicurazione per la copertura dei rischi derivanti dalla responsabilità civile per i danni causati ai clienti dai singoli soci professionistinell’eserciziodell’attività professionale». Così,ancheinItaliagliavvocati dovranno dotarsi di una coperturaassicurativachetengaindenniiloroclientidaerroriprofessionali e negligenze. La copertura è già obbligatoria in 21 Paesi dell’Ue, mentre è ancora volontaria, oltre che nel nostro Paese, a Cipro, inGreciaeinLettonia.Leformule adottate in Europa sono diverse: per esempio,in Belgio vige anchelacoperturaperilcomportamento inadeguato (la assurance indelicatesse), mentre in Germania l’assenza o la decadenza dellapolizzacomportanoperl’avvocatolamancataiscrizioneall’alboolarevoca. I modelli assicurativi, nonostante l’armonizzazione della Bolkestein, sono in sostanza due: lepolizze”Lossesoccurring”,che coprono l’avvocato dal rischio perifatticommessiinvigenzadel contratto,equelle”Claimsmade” –prese amodelloanchein Italia– che tutelano il professionista per glierrorioggettodirichiestedirisarcimento durante il periodo di vigenza. L’assicurazione professionale ha il compito di tutelare sia il cliente, garantendogli un risarcimento, sia il professionista, manlevandolodalrischiodipagareglierroriinvolontari. Sulleclausole da inserire nelle polizze si confrontanoduescuoledipensiero, rappresentative delle esigenzedeidiversiprofessionisti: daun lato, i singoli e, dall’altro, gli studi associati che affiliano numerosi professionisticomecollaboratori parasubordinati. Per i primi, il rischiodierroreèmaggioreperfrequenzamaminorepergravità. Se infatti, lavorando da soli è probabile perdere il controllo di termini o scadenze, si dedica però più attenzioneallepratichealcresceredellorovaloreodellalorodelicatezza. Perigrandistudi,invece, lepratichesonotutte,tendenzialmente, di alto valore, ma le tante manichecontribuisconoallaloro lavorazionefannoaumentareirischi di errori, solo in parte bilanciatidaicontrollidiqualitàedalla proceduralizzazionedellavoro. Quindi,nell’individuareleclausole della polizza professionale “ideale”, la discussione si sposta suldifficileequilibriotracopertura e costi del premio, oscillanti in base alle eventuali franchigie e ai differenti massimali. I giovani o piccolistudi,chepuntanoalla coperturadailieviepotenzialmente frequenti errori, possonostipulare polizze con zero franchigia a fronte di un massimale ridotto; mentre ai grandi studi converrà l’esattoopposto,potendofarfrontearisarcimentidirettiperipiccoli importi ma volendo tutelarsi dal rischio di errore in pratiche di enormevalore. Lenormesull’assicurazioneobbligatoriapermettonodinegoziarelepolizzeanchealConsiglionazionaleforenseeallaCassadiprevidenza. È però probabile che, a frontedelleconvenzionichequestientistipuleranno, sifaràstrada unfilone di polizze su misura negoziate dai broker; sperando che nonsiarriviallepolizzesoprannominate “Never pay policy” degli Stati Uniti: la loro complessa negoziazione fa lievitare clausole e codicilli che le rendono scarsamenteeffettive.
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