di Paola Parigi
Pubblicato su QDF Il Sole 24 Ore 27/5/2017
Il gioco di parole serve a mettere in evidenza il maggiore paradosso legato all’uso dei Social Network per acquisire visibilità da parte di professionisti e di studi professionali.
La comunicazione attraverso questi strumenti, nel suo senso più generale, da parte di commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, medici, agronomi, ingegneri, architetti e via dicendo, infatti, è un tema piuttosto delicato il cui impatto, sul pubblico dei clienti e potenziali tali viene sottovalutato o banalizzato proprio a causa di un uso non “professionale”.
Il professionista deve comunicare affidabilità
L’attività professionale è costituita, per natura, da un insieme di azioni pratiche sommate a prestazioni intellettuali guidate da competenza e affidabilità. La principale leva azionata da un cliente per guidare la scelta di un professionista sul mercato è infatti la possibilità di accordargli piena fiducia.
Quel che conta, nella percezione di un cliente, non è tanto quello che un professionista fa, ma è come lo fa, spesso indipendentemente dal fatto che ottenga o meno il risultato auspicato.
La comunicazione del valore aggiunto offerto da uno studio di consulenza, giuridica, contabile, tecnica o altro che sia, non può prescindere dunque dal modo con cui viene attuata.
Utilizzare i Social con disinvoltura è dunque un bene, a condizione che si tenga conto che improvvisazione e superficialità possono rivelarsi controproducenti, se non dannosi.
Vanno gestite contemporaneamente la professionalità dei contenuti (intesi come non personali, ma legati e attinenti all’attività), e la professionalità della condivisione sui Social, che va attivata cercando di ottenere il massimo del risultato in termini di visualizzazioni, download, ma anche di click e di indicizzazione.
Non basta “postare”, bisogna saperlo fare
Senza addentrarsi negli aspetti più tecnici (che sono appunto il terreno su cui si muovono i Social media manager professionali), al professionista che utilizza i Social Network in prima persona occorre tener conto di una serie di fattori che sono spesso totalmente estranei alla sua formazione e che egli ignora totalmente.
Questi fattori riguardano:
- se il Social Network che si è scelto di usare sia il luogo giusto per accogliere e condividere quel contenuto;
- la qualità del contenuto, inteso tanto come argomento, sua attualità, interesse generabile, tanto per il valore aggiunto che l’autore è in grado di aggiungere in termini di elaborazione, linguaggio e stile utilizzati;
- l’uso consapevole delle immagini, che sono “captive”, cioè attirano l’attenzione molto più del solo testo, ma sono spesso incoerenti o, peggio, di proprietà altrui, cioé utilizzate senza disporre dei diritti;
- la personalizzazione e differenziazione dei post in considerazione del Social utilizzato; in questo caso la ripetizione pedissequa e la mera condivizione non pagano e vengono penalizzate dai motori di ricerca.
Altre questioni riguardano l’orario in cui si posta, l’opportunità di sponsorizzare il contenuto , la quantità di pubblico che si può raggiungere, la scelta del proprio target all’interno di questo pubblico e, non ultima, la esperienza e preparazione del pubblico che accoglie il contenuto.
I Social Network più adatti ad accogliere contenuti di tipo professionale sono LinkedIN, Facebook, Twitter, You Tube, Telegram e Slideshare.
Tutti i Social sono più potenti se utilizzati in abbinamento con il sito dello studio e se si dispone di strumenti di misurazione delle attività.
Lo stesso contenuto, ad esempio, va condiviso in modo diverso per ciascuno dei social menzionati e raggiunge un pubblico differente, ma, in virtù dell’effetto che, in gergo, si chiama funnel (l’imbuto), consentirà di intercettare il bisogno latente di un cliente –inconsapevolmente- potenziale.
Avere un bel sito di studio, se si gestisce e cura un buon profilo LinkedIN, magari corredato da una pagina “di studio” professionale, oggi è sempre meno importante.
La fruizione dei contenuti è mobile, sporadica ed estemporanea, la possibilità di interconnettere gli strumenti, pressoché infinita e fornisce gratuitamente opportunità notevolissime.
Un professionista può pubblicare un profilo personale completo, descrivere la propria attività e portfolio di esperienze, ricevere “endorsment” da clienti, contatti e colleghi, farsi trovare attraverso mappe personalizzate, arricchire il proprio lavoro di immagini, miniconferenze in video, contenuti audio, articoli, massime, sentenze, digressioni culturali e allo stesso tempo condividere e commentare contenuti di altri che rientrino nella sua sfera di interesse.
Questi strumenti sono potenti e utili a convogliare contatti e interesse verso la propria attività, ma soprattutto a confermare online una reputazione che deve essere costruita offline, attraverso la qualità del proprio lavoro, che è e resta, il volano della promozione dell’attività professionale.
You must be logged in to post a comment.