Gli avvocati e i social network hanno un rapporto difficile, ne abbiamo già parlato in precedenza.
L’argomento è anche oggetto di un Webinar a cui Paola Parigi partecipa oggi 27/11, organizzato da ANF Verona.
Sono luoghi virtuali molto frequentati, ma nonostante questo la maggioranza degli avvocati non ne percepisce il valore come strumenti di comunicazione professionale
di Paola Parigi
Il risultato di questa percezione errata è che si notano diversi comportamenti antitetici:
- la diffidenza (di chi non sa come usarli e quindi non li usa)
- l’abuso (di chi è convinto che quantità e qualità coincidano e finisce per eccedere)
- l’uso promiscuo (di chi non distingue correttamente la sfera privata e quella professionale con evidenti ricadute sulla propria immagine).
Per gli avvocati, i social network sono da intendersi come un canale secondario nella comunicazione professionale. Non sono secondi in termini di capacità (potenziale) di visualizzazione dei contenuti da parte del pubblico (in gergo audience). Lo sono però perché non sono fatti per costruire la propria immagine sul web, ma solo per propagarla e le tracce che lasciano sono quasi sempre inutili scorie.
Il luogo dove uno studio legale e i professionisti che lo compongono creano la propria immagine è il sito dello studio / il blog personale
I social media sono utilissimi per farli conoscere e portare traffico a questo “deposito” di informazioni che restano a disposizione degli utenti che le cercano (spesso senza saperlo).
La creazione della presenza web di un professionista non è un’attività che può essere improvvisata, perché possa dare i risultati sperati, cioè creare e contribuire a mantenere la buona reputazione del professionista su internet.
In questo i Social network sono decisivi e importanti perché consentono di portare fuori dal sito quello che il sito contiene e di alimentare continuamente di nuova linfa il meccanismo di indicizzazione (sui motori di ricerca), dei temi legati all’attività e del brand costituito dal nome del professionista o dello studio.
Il contenuto è il re, ma la strategia di comunicazione è la regina
I Social network vanno intesi quindi come appendice indispensabile di una attività di comunicazione che comincia a monte che tiene conto di numerosi altri aspetti.
Tra questi il più importante è il piano editoriale, che presuppone la conoscenza degli strumenti di misurazione della sua efficacia. Non da ultimo è decisiva una certa dose di umiltà nel piegarsi alle regole della comunicazione sul web che gli avvocati non sempre accettano.
Sul versante opposto, i principali vantaggi di una comunicazione Social consapevole sono:
1. presenti quindi più visibili
Il vantaggio principale che deriva dall’uso dei social network è un aumento della visibilità (che a volte si trasforma in notorietà), diretta conseguenza della enorme quantità di utenti che potenzialmente visualizzano i contenuti condivisi sui social
2. effetto comunità
Un altro aspetto positivo che discende dall’utilizzo dei Social media è l’umanizzazione del brand, ovvero l’effetto, indotto dal senso di appartenere ad una comunità, di poter avere un dialogo diretto con lo studio e il professionista.
3. notorietà e reputazione del brand
La creazione di una reputazione del professionista o dello studio è però l’effetto più importante che i Social network possono portare, condizione che sia parte di una precisa strategia di presidio di alcuni temi. L’uso promiscuo dei Social più diffusi è un modo per non riuscirci.
4. cura del cliente, attuale o potenziale
Strumenti come i gruppi e le pagine devono far parte di una strategia di comunicazione perché richiedono notevole impegno di tempo e anche di denaro (l’attività delle pagine funziona prevalentemente se sponsorizzata), ma, se presidiati, consentono di curare il dialogo con i clienti, con l’effetto di fidelizzare il rapporto o con i potenziali clienti, diventando di fatto delle “porte dello studio”, aperte a chi vuole entrare.
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